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Andrea Andreoli
Il trombone classico in orchestra con Andrea Andreoli
07 November 2022
Webinar
Musica
Dal conservatorio di Verona all'orchestra Cherubini di Riccardo Muti

Andrea Andreoli, nato a Verona il 28 maggio del 1992, trombonista classico di professione, ha partecipato lo scorso novembre ad un incontro di orientamento per le scuole superiori. Gli abbiamo chiesto di raccontare cosa voglia dire suonare in orchestra e come si possa arrivare a fare il musicista professionista nel mondo della musica classica.


Ciao Andrea, tu sei un musicista, nello specifico un trombonista classico, in che cosa consiste il tuo lavoro?

Dunque, in generale la gran parte del mio lavoro consiste nello studio quotidiano dello strumento, poi possiamo suddividerlo in due diversi momenti: uno è il lavoro del musicista per prepararsi ai concorsi e alle audizioni, l’altro invece è il lavoro del musicista in orchestra.

Nei concorsi e nelle audizioni si è da soli e si è costantemente esposti al giudizio sia degli esaminatori che a quello colleghi, perché prima di entrare sono tutti lì ad ascoltarti. Bisogna chiudersi nella propria stanzina mentale. Io penso sempre “mi sono preparato fino qui, il mio l’ho fatto adesso faccio sentire e vediamo se a loro piace o meno”, poi sta a loro, ai giudici dell’audizione.

In orchestra invece è molto più bello, l’orchestra è uno spettacolo, siamo tutti colleghi. Il bello dell’orchestra è che penso sempre di dover arrivare preparatissimo per non rovinare il lavoro di tutti, siamo sessanta persone che fanno un coro unico, se c’è una persona che non ha fatto il proprio dovere rovina il lavoro di tutti gli altri. Quando il risultato è eccellente è bellissimo, siamo contentissimi, la soddisfazione più grande è quella.


Come funziona il mondo delle audizioni e dei concorsi?

Le audizioni ti permettono di lavorare come “aggiunto”, quindi quando un’orchestra ha bisogno di uno strumentista per sostituire un assente per malattia o altro fanno le audizioni, dipendentemente dalla graduatoria chiamano dal primo a scendere (se il primo non è più disponibile) e si lavora per un periodo limitato alla necessità dell’orchestra. La retribuzione è giornaliera, per la maggior parte delle volte, e va dai 75 euro ai 120 euro netti al giorno circa.

C’è chi lavora serenamente tutto l’anno facendo l’aggiunto: provano più audizioni in modo da avere più probabilità di entrare. Lavorare come aggiunto significa spostarsi molto perché si lavora con orchestre diverse.

I concorsi invece selezionano orchestrali che vengono assunti per lavorare per quella determinata orchestra e basta, con un contratto a tempo indeterminato. I concorsi che escono sono meno delle audizioni e vengono indetti quando qualche orchestrale stabile va in pensione o cambia orchestra, quando insomma rimane un posto vacante.


Qual’è stato il tuo percorso formativo?

Ho iniziato alle medie, con i corsi di musica organizzati da una banda (una formazione composta quasi esclusivamente da strumenti a fiato), dopo 2-3 anni sono stato inserito nella banda, sempre a titolo gratuito, era un hobby. Successivamente il mio insegnante mi ha chiesto se volessi provare ad entrare in conservatorio. Sono entrato in conservatorio nel 2006 e ho finito nel 2014, sono stato promosso ogni anno e poi nel 2015 ho potuto fare un anno di tirocinio durante il quale il mio maestro mi ha seguito per formarmi a diventare a mia volta un insegnante.

Durante il tirocinio ho partecipato ad un concorso di un’orchestra a Udine, io andai a farlo così per provare a vedere come fosse un concorso e arrivai secondo, ero appena uscito dal conservatorio, ero in forma. Mi hanno assunto come secondo trombone e ho lavorato in orchestra per 4 anni.


Quindi è necessario il diploma o una laurea in conservatorio per entrare in orchestra?

Si, devi essere laureato in conservatorio. Per alcune audizioni è sufficiente il triennio, per fare i concorsi ed entrare effettivamente come orchestrale stabile invece devi avere il biennio. Ti richiedono il diploma di laurea per accedere al concorso. Da privatista entrano solo i fenomeni, casi eccezionali, ma se sei ad un livello così alto non hai nessuna difficoltà a conseguire la laurea.


L’orchestra di Udine ha chiuso i battenti e tu sei stato licenziato, cosa è successo dopo?

Finiti i 4 anni a Udine ho dovuto fare delle audizioni e dei concorsi, mi sono rimesso a studiare molto in quel periodo, a Udine mi ero un po’ adagiato. La prima audizione l’ho fatta a Ravenna per l’orchestra giovanile Luigi Cherubini, diretta da Riccardo Muti, sono arrivato primo e mi hanno assunto.

Dopo l’audizione per la Cherubini ho fatto il concorso in Fondazione Arena, per suonare nell’orchestra dell’arena di Verona, questa volta con un contratto a tempo indeterminato, ma sono arrivato secondo. Poi comunque mi hanno chiamato, sono riuscito a suonare per tutta la stagione essendo in graduatoria, perché avevano bisogno di ulteriori tromboni. Ho lavorato tre mesi nell’orchestra dell’Arena di Verona.

Successivamente a maggio ho fatto un’audizione a Bolzano, all’orchestra Haydn, mi è andata bene perché sono arrivato primo dei secondi tromboni e secondo dei primi (ride). Adesso sto aspettando i concorsi, ne usciranno un bel po’ in Italia.


Come orchestrale sei un libero professionista o vieni assunto con contratti a tempo determinato?

Nell’orchestra di Udine, per esempio, il mio contratto era annuale, part-time verticale, praticamente ci avevano assunto 6 mesi l’anno: marzo, aprile, luglio, ottobre, novembre, dicembre. Eravamo impegnati solamente in questi mesi e lo stipendio che percepivo come secondo trombone si aggirava intorno ai 1100 euro al mese per i sei mesi lavorati. In quel periodo mi sono adagiato, errore mio, non sono andato in cerca di altre possibilità di lavoro.


Qual è la soddisfazione più grande e la più grande difficoltà?

Io quando vado ad ascoltare le orchestre o vado a suonare nelle orchestre la cosa che mi dà più soddisfazione è ascoltare i “fortissimi” dell’orchestra: una massa enorme di suono che ti raggiunge e ti emoziona, è spettacolare.

La difficoltà più grande di questo mestiere per ora è l’aspetto economico, come aggiunto non si ha mai la certezza di lavorare tutto l’anno e le centinaia di ore di studio non ti vengono retribuite da nessuno. Le cose cambiano se si riesce ad ottenere un posto stabile in qualche orchestra. Io mi sono dato tempo fino ai 35 anni per trovare un posto come orchestrale stabile, nel caso in cui non dovessi riuscire troverò un altro lavoro, mi piace molto il giardinaggio e la mia famiglia ha un’azienda agricola, se non sarà quello troverò qualcos’altro, l’importante è stare sereni (ride).


Che consiglio daresti ad una persona che vuole intraprendere il tuo percorso?

Prima di tutto trovare un buon conservatorio con l’insegnante giusto. Quella è la cosa più importante. Non è facile, più l’insegnante è bravo più seleziona i propri allievi, ma è fondamentale. Se non si trova un insegnante valido nel conservatorio che si frequenta il consiglio è cercare fuori un insegnante capace con il quale ci si trova bene e che una volta al mese corregga l’impostazione e la tecnica.












L'incontro in questione è il risultato di un progetto di orientamento costruito in esclusiva con gli istituti scolastici di Verona.